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Lega Italiana per la lotta Contro i Tumori
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Troppi rifiuti tossici e radioattivi:
Se vivi nei comuni a rischio del napoletano e del casertano hai tra il cinque e il quindici per cento di possibilità in più di ammalarti di tumore rispetto agli altri cittadini.
Ma la regione nel suo complesso ha un tasso di mortalità per cancro ancora inferiore a quello della media italiana: in alcune zone del Beneventano e dell’Avellinese, infatti, si continua ad ammalarsi meno che nel resto d’Italia.
Se tra Napoli e Caserta si viene colpiti dal cancro la colpa non è delle discariche, per così dire ”normali”, ma di quelle abusive o incontrollate dove per decenni sono stati scaricati illegalmente rifiuti tossici o radioattivi.
È la tesi dell’epidemiologo dell’istituto dei tumori Pascale, Maurizio Montella, che ha anche stilato, esaminando i dati disponibili (quelli dal 1989 al 2001) una sorta di black list delle città dove il rischio è più alto.
Nei comuni a rischio della Provincia di Caserta c’è il 19 per cento in più di tumori maschili e il 23 di tumori femminili più rispetto alle zone più fortunate, in quelli di Napoli il 43 per cento per i maschi e il 47 per cento per le donne. «Non esiste allo stato evidenza che i rifiuti solidi urbani scaricati in discariche autorizzate possano essere responsabili di un aumento dell’incidenza dei tumori», spiega Montella. Nel casertano i Comuni a più alto rischio sono: Aversa, Capodrise, Casagiove, Casal di Principe, Caserta, Castel Volturno, Marcianise, San Cipriano d’Aversa, Santa Maria Capua Vetere, San Nicola la Strada e Villa Literno.
Nella provincia di Napoli il pericolo è maggiore ad Afragola, Arzano, Caivano, Casoria, Frattamaggiore, Giugliano in Campania, Marano, Marigliano, Melito, Mugnano, Pomigliano, Sant’Antimo e Volla. Dall’elenco manca uno dei centri negli ultimi anni al centro della polemica, quello di Acerra, dove comunque, sottolinea Montella, si corrono notevoli rischi di patologie tumorali al fegato e ai polmoni.
È anche facile ammalarsi a Sorrento dove l’alta percentuale di tufo utilizzato nelle costruzioni è un elemento di rischio. Spiega il direttore scientifico del Pascale, Aldo Vecchione: «Non vi è alcuna evidenza scientifica che la diossina da sola determini tumori. Le morti di animali in alcuni territori o la presenza di malformazioni genetiche nelle pecore del casertano, va ricercata in un’eventuale azione determinata dai pregressi sversamenti di rifiuti tossici e nocivi, piuttosto che dall’azione dei rifiuti solidi urbani».

Secondo Vecchione, quindi, è urgente affrontare il problema dei rifiuti tossici illegalmente sversati, perchè sarebbero questi, in realtà, ad aver fatto schizzare l'incidenza dei tumori nella popolazione locale. Secondo Montella «per limitare i pericoli bisogna provvedere al controllo e alla bonifica dei territori già utilizzati dalla camorra in passato come sversatoio di rifiuti tossici».

I manager di tutte le aziende sanitarie regionali, riunitisi nello studio di Mario Santangelo, a capo del Pascale e coordinatore di tutti i direttori delle Asl, in un comunicato hanno sottolineato che la situazione sanitaria dell'intera regione è sotto controllo e che non vi è, ad oggi, dimostrazione di incremento di patologi infettive.



Fonte: Il Mattino
15/01/2008

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